sabato 18 maggio 2013

Il valore dell'uomo

In un momento di così profonda crisi economica e soprattutto culturale, in cui l'evoluzione e la necessità ci chiedono di ridiscutere non solo il budget delle nostre vacanze ma soprattutto la sopravvivenza del modello sociale "occidentale", vien da chiedersi cosa resta, da dove ripartire per cercare di riadattare la nostra esistenza ad esigenze nuove diverse, in uno mondo popolato da nuovi attori  che hanno il sacrosanto diritto ad esserci e a competere.
In questo scenario, noi, con le nostre certezze e consuetudini e figli di un benessere unico e spesso ottenuto su rendite di posizione "coloniali",  dobbiamo improvvisamente fare i conti con nuovi popoli che lavorano a testa bassa - e lavorano anche bene - per crearsi un futuro più prospero e nel fare questo - giustamente - non guardano in faccia nessuno. 
E noi?...possiamo far finta di nulla?....possiamo andare a chiedere ai cinesi di pagarci pensioni dorate o assistenza sanitaria e permessi sindacali?
Noi dobbiamo riprendere a lavorare, di più e meglio, recuperando produttività dalla dedizione al lavoro e soprattutto dalla qualità del nostro lavoro. 
Ebbene: cosa resta al sistema occidentale in termini di marginalità competitiva?...una volta noi avevamo i capitali...oggi i capitali li ha la Banca Nazionale Cinese o i fondi sovrani dello stato che possiedono parte dei nostri debiti e che sono disposti a tenerli solo se rendono. Una volta noi avevamo la tecnologia (che loro non avevano) che ci permetteva di costruire prodotti complessi e che batteva la loro concorrenza artigianale (i famosi calicò indiani). Oggi loro comperano (con i soldi che hanno) e  producono ciò che vogliono con risultati anche migliori dei nostri. I loro operai lavorano 60 ore la settimana senza ferie, maternità e diritti vari....non ci va bene?...pazienza ...lo fanno lo stesso.
Ebbene allora??? che ci resta?....ci resta la testa, l'intelligenza, la complessità del pensiero e della motivazione  di una civiltà del benessere che ha avuto la fortuna di liberarsi dai propri bisogni primari e che può investire nel lavoro o nella ricerca, non per sfamarsi o coprirsi dal freddo, ma per pura soddisfazione intellettuale e bisogno di autorealizzazione. E' questa la vera forza del nostro sistema!!
Una persona affamata lavora per mangiare; una persona motivata lavora per raggiungere un risultato. Spieghiamo ai più giovani che non si cerca un lavoro per pagare il mutuo o per uscire a cena con la fidanzata. Si cerca un lavoro per dare un contributo ad un progetto, per amore del risultato e per sviluppare competenze ed ambizione. Se così è si pagherà anche il mutuo (elemento subordinato al risultato e non diritto acquisito) e si uscirà ripetutamente a cena con chi si crede meglio.
La risorsa umana deve convincersi (soprattutto) e convincere di essere effettivamente una risorsa e non un homeless a cui fare l'elemosina. Se questo avviene e ricominciamo a produrre qualità e serietà, ritroveremo il nostro equilibrio nel mondo e la civiltà occidentale vivrà una nuova epoca di benessere tra gli altri popoli. Se così non sarà, diverremo la Disneyland mondiale del turismo in cui una ristretta cerchia di nobili decaduti verrà a passare la propria vecchiaia, circondata da uno stuolo di camerieri e giardinieri che lavoreranno per sfamarsi.

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