Vi mettiamo a disposizione una descrizione particolareggiata di uno dei tre itinerari del corso di Nordic Walking, quello denominato della Riva dell'oca (vedi mappa >) che è in programma venerdì 26 aprile.
L'itinerario si sviluppa nella parte pedemontana del comune di Trichiana, anticamente ricordato come pieve di San Felice di Castrodardo, in ricordo della primitiva chiesa parrocchiale e del medievale castello nei pressi del torrente Ardo.
Si tratta di una zona collinare che sotto il profilo
naturalistico offre al visitatore incantevoli scorci, avendo conservato le
specificità del paesaggio agrario tradizionale, dove la presenza dell'uomo ha
saputo trovare il suo spazio nel rispetto dell'ambiente circostante.
Il percorso è caratterizzato dall'avvincendarsi di prati
falciati, di boschi di faggi, carpini, abeti, castagni, larici, e siepi di
carpino e maggiociondolo che vanno a delimitare le strade e le proprietà.
Il versante bellunese delle Prealpi che confina con la
provincia di Treviso, nonostante l'altitudine media poco elevata, presenta
caratteristiche di flora e fauna abbastanza simili a quelle di montagna. Non
mancano gli elementi distintivi dell'intervento che nel passato l'uomo
esercitava nel territorio: una fontana, una strada selciata, un ponte di
pietra, un muretto a secco a testimonianza della vita di un tempo.
In passato, nel territorio di Trichiana, al di sopra di una
certa quota, gli insediamenti stabili erano sporadici; queste zone si
rianimavano durante la stagione estiva, quando le famiglie portavano il
bestiame in montagna e si trasferivano nelle casere, costruzioni realizzate con
pietre del luogo, spesso di dimensioni assai ridotte, composte da una parte
adibita a stalla ed una a cucina, il sottotetto invece veniva utilizzato come
fienile e come giaciglio per dormire.
Nell'itinerario s'incontrano anche alcuni esempi di vecchie
abitazioni rurali attorniate dai tipici elementi dell'economia rurale di un
tempo, come gli orti, gli alberi da frutto, i campi coltivati. In alcuni casi
questi vecchi edifici sono rimasti intatti, come se il tempo si fosse fermato
cent'anni fa, in altri sono stati sapientemente restaurati nel rispetto delle
tipologie architettoniche originarie.
1- Oratorio di S. Isidoro
In un percorso molto suggestivo dal punto di vista
paesaggistico, l'oratorio di Sant'Isidoro merita sicuramente una sosta per un
momento di spiritualità e raccoglimento.Il territorio della Val Belluna è
costellato di chiesette, che in passato assunsero un ruolo centrale nella vita
delle comunità rurali, come manifestazione della religiosità popolare ed
espressione di un'autentica fede cristiana.
È una piccola e modesta chiesetta, dalle caratteristiche
tipiche dell'architettura rurale, dedicata a Sant'Isidoro, protettore delle
attività agricole, che in passato era meta di processioni per ciamar piova o
sol grazie all'intercessione del santo.
Poco discosto dalla chiesetta si trova un edificio un po'
misterioso sia per la tipologia architettonica che per le piccole finestre con
le inferriate, ma soprattutto per due strani incavi che si trovano sopra la
porta di ingresso e che, secondo l'arch. Adriano Alpago-Novello, sarebbero
potuti servire per far funzionare un piccolo ponte levatoio a protezione
dell'ingresso. Si spiegherebbero la tradizione locale secondo la quale tale
edificio in passato veniva utilizzato dalla Repubblica di Venezia come presidio
militare o come carcere. Nel disegno di Osvaldo Monti si può vedere come'erano
la chiesetta ed il vicino edificio alla fine dell'Ottocento.
2- Riva dell'oca
L'itinerario parte dall"Ostello", attraversa il
torrente Tarancana e si dirige verso l'oratorio di S. Isidoro, attraversando
ampi prati e raggiungendo case isolate e piccoli borghi rurali. La strada,
asfaltata nel tratto iniziale, diventa prima brecciata e poi, con grande
meraviglia, completamente lastricata. Il recente intervento di pulitura e
sistemazione ha riportato in luce un'antica via carreggiabile, realizzata con
pietre sapientemente posate da esperti artigiani, di cui nessuno avrebbe
immaginato l'esistenza.
Si arriva quindi alla zona denominata riva dell'oca,
toponimo antico di oltre cinquecento anni, ma ancor oggi utilizzato dalla gente
del posto.
3- Melere
Proseguendo il percorso diventa pianeggiante e si arriva in
Melere, che nel mese di agosto si anima durante la tradizionale festa paesana,
famosa per i piatti tipici da gustare, intrattenimenti vari con ballo liscio,
musica dal vivo, manifestazioni sportive e spettacoli folkloristici.
Da Melere, zona attrezzata con area camper e punto
informazioni, i più sportivi possono accedere a itinerari per mountanin bike e
trekking.
4- Rifugio Pranolz
Seguendo la strada si arriva al Rifugio Pranolz,da oltre
cinquant'anni punto di ristoro per gli amanti della montagna e della vita
all'aria aperta.
Il locale vi offre le specialità della cucina tipica
bellunese e la possibilità di pernottare in ospitali camere.
Potrete così assaporare attorno al caminetto selvaggina,
spiedo, grigliate, primi piatti insaporiti con erbe di stagione e molti altri
piatti di stagione.
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